Contratti pubblici e privati, politiche industriali, occupazione: se serve, faremo scioperi

Il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, è intervenuto all’Assemblea nazionale dei lavoratori della chimica, Eni e Saipem, che si è svolta questa mattina a Roma. Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil hanno proclamato otto ore di sciopero in tutti gli insediamenti italiani del gruppo Eni e della società Saipem.

“Eni? Da Mattei a Matteo….”. Così, con questa battuta, il Segretario della Uil ha iniziato il suo intervento. “Mentre Mattei ha fatto di tutto per l’insediamento e lo sviluppo di un patrimonio industriale e occupazionale – ha precisato Barbagallo – Renzi rischia di essere colui che lo ridimensiona. Non si svendono i gioielli di famiglia: serve un politica industriale per la crescita del Paese. Abbiamo bisogno di mantenere produzioni strategiche, altrimenti dopo che avremo svenduto tutto, il Paese arretrerà ancora e questo è un pericolo che non vogliamo correre. Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio: cerchi di farci capire cosa vuole fare. Vorrei comprendere qual è la regia di questa impostazione. E questo vale anche per altre imprese strategiche: oltre all’Eni, l’Ilva e le Ferrovie. Non contestiamo la politica delle privatizzazioni, ma il fatto che non ci sia una politica industriale nel nostro Paese. Noi siamo disponibili a discutere di tutto, ma vorremmo capire di cosa si parla”.Il leader della Uil, poi, ha fatto cenno alla vicenda dell’Ilva: “Per lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa c’è bisogno di un partner privato, ma bisogna capire chi è e che progetto industriale ha. È necessario che ci sia un’impresa privata, ma bisogna conoscere le condizioni e sapere se c’è un piano industriale che tuteli il lavoro, la sicurezza, l’ambiente”.
Barbagallo, inoltre, ha parlato anche dei contratti e ha rilanciato la proposta di iniziative di mobilitazione. “Poiché abbiamo problemi per i rinnovi dei contratti nel pubblico e nel privato, dovremo mettere in piazza iniziative per rivendicare politiche di rilancio del Paese e, in particolare, dell’occupazione giovanile. Con particolare riferimento alla trattativa con Federmeccanica, ho l’impressione che una parte degli imprenditori pensi che lo scontro possa essere loro utile perché ci considerano più deboli: dovranno farsene una ragione, invece, perché faremo la nostra mobilitazione lì dove gli farà più male”.
L’ultimo passaggio, Barbagallo lo ha riservato ai contraddittori dati sulla ripresa: “Sembra che siamo sempre agli “zero virgola”: non mi interessa molto commentare i prefissi, vorrei la crescita dell’occupazione e lo sviluppo del Paese. Ecco perché – ha concluso il leader della Uil – se serve, faremo anche scioperi a tempo indeterminato, sino a quando cioè non raggiungeremo i nostri obiettivi: i contratti, le politiche industriali e la salvaguardia dei siti produttivi strategici. Cercheremo di sorprendere i nostri avversari”.

Roma, 5 dicembre 2015

Dal sito http://www.uil.it/NewsSX.asp?ID_News=6019&Provenienza=1

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