Diritti di cittadinanza ed immigrazione: mobilitazione della UIL
Sul godimento dei diritti di cittadinanza, la UIL si è da sempre espressa per una piena partecipazione degli stranieri regolarmente residenti in Italia, alla vita politica e sociale della nostra nazione. E’ giusto chiedere agli immigrati di rispettare le regole, ma queste debbono anche essere ridisegnate in parallelo con l’evolversi ed il mutare della nostra società.
Lo vogliamo riproporre con forza anche in un periodo, come questo, in cui la crisi economica rischia di far considerare il tema delle tutele e dei diritti come meno importanti ed “urgenti”. E questo perché non crediamo che alle insicurezze, alla paura, alle preoccupazioni (legittime) per un futuro che appare difficile si debba rispondere con l’accantonare battaglie di inclusione. Questo significa che siamo favorevoli ad una evoluzione del concetto di cittadinanza, non ristretto ai figli di cittadini italiani, ma allargato a tutte le persone che nascono e vivono in Italia, indipendentemente dalla provenienza. La UIL condivide la necessità di modernizzare il concetto di cittadinanza, introducendo il principio dello jus soli, accanto a quello dello jus sanguinis. I figli di stranieri nati nel nostro Paese, debbono poter accedere alla cittadinanza italiana senza dover aspettare il 18° anno di età. Anche per gli altri l’accesso a questo diritto va reso più fruibile: non cittadinanza facile, ma cittadinanza equa, in tempi giusti per chi ha dimostrato di amare l’Italia e di concorrere al suo progresso e sviluppo economico e sociale. Per quanto riguarda il diritto di voto amministrativo, in Europa 16 Paesi su 27 permettono già agli immigrati residenti da oltre cinque anni di poter votare alle elezioni amministrative. E’ giusto che questo avvenga anche da noi. Chiediamo pertanto che l’Italia ratifichi il capitolo C della convenzione di Strasburgo e proceda ad approvare una legge adeguata capace di permettere ai cittadini non comunitari che ne abbiano il diritto, di partecipare alla scelta dei propri rappresentanti locali attraverso il voto. Purtroppo sul piano dei diritti l’Italia non è andata molto avanti e – mentre esige molti doveri ai 5 milioni di cittadini stranieri che concorrono all’11% del nostro PIL – si è mostrata molto avara sul piano del riconoscimento di una cittadinanza piena. In Parlamento giacciono da anni inerti numerose proposte, sia di riforma della legge di cittadinanza n. 91/1992, sia riguardanti l’estensione del diritto di voto amministrativo agli stranieri lungo – residenti. Siamo convinti che, in assenza di un accordo comune bipartisan tra le varie forze politiche di maggioranza e di opposizione ed in assenza di un vasto fronte di opinione pubblica, forze sociali e culturali, sarà quasi impossibile che a breve venga trovato un accordo legislativo su questi importanti temi. Il concetto di cittadinanza non va circoscritto al binomio Cittadinanza e voto, è’ anche urgente, a nostro parere, affrontare il tema della non discriminazione nel godimento dei diritti sostanziali. In effetti, mentre la legge afferma che italiani e stranieri regolari debbano avere gli stessi diritti, nella pratica questi vengono centellinati a pochi fortunati e riservati a chi ha la sorte di ottenere un permesso di soggiorno di lungo periodo (ex carta di soggiorno), documento ancora poco pubblicizzato e quindi scarsamente diffuso anche tra chi ne avrebbe titolo, che si può chiedere solo dopo cinque anni di residenza e che arriva di fatto con un’attesa molto più lunga e superando intricate strettoie burocratiche, tra cui un test sulla conoscenza della lingua italiana.
Siamo convinti che, nella pratica, molte diversità di trattamento verrebbero superate e molti diritti sostanziali verrebbero acquisiti rendendo più accessibile il permesso di soggiorno di lungo periodo. Inoltre, la concessione del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo a tutti gli stranieri che ne abbiano effettivamente diritto, li porrebbe in una situazione di maggior tranquillità rispetto al costante timore di non vedersi rinnovato il proprio permesso di soggiorno ordinario, consentendo loro una maggiore partecipazione ai meccanismi dell’integrazione. Ciò permetterebbe anche di disincentivare il ricorso alla richiesta di cittadinanza italiana per naturalizzazione (10 anni di residenza), fatto eventualmente al solo scopo di sottrarsi all’insidioso meccanismo del rinnovo del permesso di soggiorno ordinario. Per la UIL l’obiettivo da raggiungere è quello di consentire agli stranieri di vivere in Italia nella pienezza dei loro diritti, senza che essi si sentano condizionati a modificare le proprie identità culturali e nazionali e permettendo invece loro di arrivare al traguardo del diritto di cittadinanza sulla base di un naturale percorso d’integrazione. Questa impostazione aiuterebbe inoltre a sgravare il dibattito sui diritti di cittadinanza dalla logica dei veti contrapposti e da posizioni ideologiche, aiutando la ricerca di soluzioni condivise e bipartisan. Ribadiamo dunque la necessità di una forte discontinuità sul fronte dei diritti di cittadinanza e sollecitiamo Parlamento e Governo a trovare un punto di vista comune in materia di piena partecipazione degli stranieri alla vita civile nel nostro Paese. Nel contempo, chiediamo anche una modernizzazione dell’iter necessario ad ottenere l’ex carta di soggiorno, pubblicizzandone maggiormente i requisiti, eliminando le arbitrarietà territoriali a volte praticate e rendendo più semplice, veloce e funzionale il percorso burocratico. Tutto ciò renderebbe meno drammatica la questione non risolta delle procedure per i rinnovi dei permessi di soggiorno, questione che ancora per troppe persone è fonte di timori ed angosce e che trasferisce sulla pubblica amministrazione carichi di lavoro spesso paralizzanti le attività ordinarie. La UIL articolerà, nelle prossime settimane, una grande campagna di promozione dei diritti di cittadinanza anche perché il Governo ed il Parlamento promuovano, concretamente, un confronto sereno e rapido su questa importante materia.
Siamo convinti che, nella pratica, molte diversità di trattamento verrebbero superate e molti diritti sostanziali verrebbero acquisiti rendendo più accessibile il permesso di soggiorno di lungo periodo. Inoltre, la concessione del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo a tutti gli stranieri che ne abbiano effettivamente diritto, li porrebbe in una situazione di maggior tranquillità rispetto al costante timore di non vedersi rinnovato il proprio permesso di soggiorno ordinario, consentendo loro una maggiore partecipazione ai meccanismi dell’integrazione. Ciò permetterebbe anche di disincentivare il ricorso alla richiesta di cittadinanza italiana per naturalizzazione (10 anni di residenza), fatto eventualmente al solo scopo di sottrarsi all’insidioso meccanismo del rinnovo del permesso di soggiorno ordinario. Per la UIL l’obiettivo da raggiungere è quello di consentire agli stranieri di vivere in Italia nella pienezza dei loro diritti, senza che essi si sentano condizionati a modificare le proprie identità culturali e nazionali e permettendo invece loro di arrivare al traguardo del diritto di cittadinanza sulla base di un naturale percorso d’integrazione. Questa impostazione aiuterebbe inoltre a sgravare il dibattito sui diritti di cittadinanza dalla logica dei veti contrapposti e da posizioni ideologiche, aiutando la ricerca di soluzioni condivise e bipartisan. Ribadiamo dunque la necessità di una forte discontinuità sul fronte dei diritti di cittadinanza e sollecitiamo Parlamento e Governo a trovare un punto di vista comune in materia di piena partecipazione degli stranieri alla vita civile nel nostro Paese. Nel contempo, chiediamo anche una modernizzazione dell’iter necessario ad ottenere l’ex carta di soggiorno, pubblicizzandone maggiormente i requisiti, eliminando le arbitrarietà territoriali a volte praticate e rendendo più semplice, veloce e funzionale il percorso burocratico. Tutto ciò renderebbe meno drammatica la questione non risolta delle procedure per i rinnovi dei permessi di soggiorno, questione che ancora per troppe persone è fonte di timori ed angosce e che trasferisce sulla pubblica amministrazione carichi di lavoro spesso paralizzanti le attività ordinarie. La UIL articolerà, nelle prossime settimane, una grande campagna di promozione dei diritti di cittadinanza anche perché il Governo ed il Parlamento promuovano, concretamente, un confronto sereno e rapido su questa importante materia.