Gruppo ristretto Coordinamento Nazionale Immigrazione UIL

Stranieri residenti e diritti di cittadinanza

Si è tenuta, lo scorso 11 ottobre, la riunione del gruppo ristretto del Coordinamento nazionale Uil immigrazione. Presenti all’incontro quasi tutti i componenti, con alcune eccezioni dovute ad impegni non rinviabili. Presente anche il Segretario Confederale Guglielmo Loy, che ha concluso i lavori della giornata. Il programma della giornata, che aveva all’ordine del giorno vari temi di forte importanza ed urgenza, è stato arricchito da alcuni contributi esterni su temi di grande attualità. 
Il tema dei diritti di cittadinanza è stato trattato da una comunicazione di Fabrizio Ventura, responsabile area diritti giuridici dell’associazione Nessun Luogo è Lontano, che da anni collabora con la UIL.
L’emergenza Nord Africa, CIE ed espulsioni è invece stata affrontata da una relazione di Christopher Hein, direttore del CIR. In tarda mattinata, infine, un esperto del settore comunicazione della Uil ha dato un quadro delle caratteristiche e difficoltà connesse con la eventuale costruzione di un blog “Uil immigrazione”. Molti anche i temi “interni” posti all’ordine del giorno:
– la necessità di costituire un nostro gruppo legale a livello nazionale, capace di supportare specifiche azioni su temi quotidiani (dalle espulsioni, ai rinnovi dei permessi, diritti di cittadinanza e discriminazioni);
– l’esigenza di un maggior coinvolgimento delle categorie al lavoro del coordinamento, anche attraverso incontri specifici dedicati a temi scelti ad hoc (introduzione nei contratti di rivendicazioni “etniche”, cambiamento nel mercato del lavoro, peso degli immigrati nelle strutture, ecc.). Questo soprattutto per quelle a forte presenza di lavoro straniero (Feneal, Uiltucs, Uila, ecc.);
– La opportunità ed utilità di creare un sito blog “Uil immigrazione”, su cui raccogliere e fornire informazioni, documentazione, scambio di esperienze e buone pratiche. Nonché uno sportello legale e sportello informativo diretto con il pubblico;
– L’attivazione di iniziative di formazione di quadri e dirigenti impegnati su questa materia. Attività già da tempo in atto con Ital, che forse andrebbe rafforzata e orientata;
– La necessità di creare una vera anagrafe degli iscritti UIL di origine straniera;
– Modi, caratteristiche e tempi di costruzione di una assemblea nazionale UIL immigrazione.
Il dibattito è stato vivace e molto ricco, con forti riferimenti anche alla campagna sui diritti di cittadinanza, capeggiata dal sindaco di Reggio Emilia, ma anche alla necessità di rafforzare gli sportelli immigrazione, dove possibile, in quanto punto di incontro e dialogo con gli immigrati, non confinato alle sia pur giuste esigenze burocratiche connesse ai permessi di soggiorno, ricongiungimenti, decreti flussi, ecc. Dell’intervento di Ventura vale la pena di riferire il concetto secondo il quale “per governare una realtà multiculturale, sarebbe forse il caso di sperimentare quella che è stata definita come una <laicità pluralista ed inclusiva> che – anziché imporre indiscriminatamente  regole uguali – interpreti il principio di uguaglianza come eguale diritto a realizzare differenti identità”. L’esperto ha fatto riferimento agli articoli 6 ed 8 della nostra Costituzione che tutelano le minoranze culturali e linguistiche. “Estendendo questi principi costituzionali alle minoranze nazionali – secondo Ventura – se ne deduce che l’ordinamento deve farsi carico di tutelarle e che il processo di formazione della volontà statuale nel regolare i rapporti con tali minoranze deve svolgersi secondo il metodo (mutuando il linguaggio dì sindacale) della concertazione con i soggetti interessati, ai quali per altro è garantito il diritto all’auto organizzazione nella sfera del loro ordinamento interno. E’ in sintesi questa l’affermazione dell’esigenza della riscrittura del contratto sociale quando sopravvengono nuovi contraenti”. Non basta dunque dire ai nuovi venuti: “se vuoi rimanere in Italia devi rispettarne le regole”. Se si vuole che il rispetto delle regole avvenga in modo convinto, forse esse vanno riscritte alla luce dei profondi mutamenti che la società sta subendo e dei nuovi interlocutori. Da qui la necessità di riscrivere il capitolo dei diritti di cittadinanza: una riforma che riguarda tutti, italiani e stranieri. Su questo punto il dibattito nel gruppo ristretto è stato molto acceso: dobbiamo o non appoggiare la campagna “l’Italia sono anch’io”, promossa dal sindaco di Reggio Emilia e da circa  20 associazioni (tra cui Cgil, Arci, Acli, Caritas, CNCA, Seconde Generazioni, ecc.)? In generale – è stato detto – non osteggiamo l’iniziativa e in qualche sede locale è possibile che la UIL scelga di partecipare (assieme a Cisl e Cgil) alla raccolta delle firme per due ddl su cittadinanza e voto. La verità, però, è che in Parlamento esistono già presentate da tempo decine di proposte di legge in materia ed aggiungerne altre due non cambierà probabilmente  nulla. Certo, la campagna ha un suo valore in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma rischia anche di suscitare aspettative alle quali i promotori non saranno oggettivamente in grado di rispondere.
Quel che è certo è che su temi tanto importanti che riguardano la futura convivenza del Paese non può decidere solo una parte della politica (che tra l’altro non ha i numeri per farlo), ma si deve dialogare con tutte le parti in causa: anche con la destra, ci piaccia o meno. Il concetto di cittadinanza non va circoscritto al binomio Cittadinanza e voto,  è’ anche urgente, a nostro parere, affrontare il tema della non discriminazione nel godimento dei diritti sostanziali. In effetti, mentre la legge afferma che italiani e stranieri regolari debbano avere gli stessi diritti, nella pratica questi vengono centellinati a pochi fortunati e riservati a chi ha la sorte di ottenere un permesso di soggiorno di lungo periodo (ex carta di soggiorno), documento ancora poco pubblicizzato e quindi scarsamente diffuso anche tra chi ne avrebbe titolo, che si può chiedere solo dopo cinque anni di residenza e che arriva di fatto  con  un’attesa molto più lunga e superando intricate strettoie burocratiche, tra cui un test sulla conoscenza della lingua italiana. Siamo convinti che, nella pratica, molte diversità di trattamento verrebbero superate e molti diritti sostanziali verrebbero acquisiti rendendo più accessibile il permesso di soggiorno di lungo periodo. Inoltre, la concessione del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo a tutti gli stranieri che ne abbiano effettivamente diritto, li porrebbe in una situazione di maggior tranquillità rispetto al costante timore di non vedersi rinnovato il proprio permesso di soggiorno ordinario, consentendo loro una maggiore partecipazione ai meccanismi dell’integrazione. Ciò permetterebbe anche di disincentivare il ricorso alla richiesta di cittadinanza italiana per naturalizzazione (10 anni di residenza), fatto eventualmente al solo scopo di sottrarsi all’insidioso meccanismo del rinnovo del permesso di soggiorno ordinario. Per la UIL l’obiettivo da raggiungere è quello di consentire agli stranieri di vivere in Italia nella pienezza dei loro diritti, senza che essi si sentano condizionati a modificare le proprie identità culturali e nazionali e permettendo invece loro di arrivare al traguardo del diritto di cittadinanza sulla base di un naturale percorso d’integrazione. Questa impostazione aiuterebbe inoltre a sgravare il dibattito sui diritti di cittadinanza dalla logica dei veti contrapposti e da posizioni ideologiche, aiutando la ricerca di soluzioni condivise e bipartisan. Da qui dunque la proposta di dare un forte impulso alla nostra azione sindacale in materia e, nel contempo, valutare la opportunità di partecipazione a tutte le iniziative volte a promuovere il tema della cittadinanza. Per quanto ci riguarda però, è urgente avviare percorsi di dialogo e riprendere in mano le proposte già presenti in Parlamento su cittadinanza e voto amministrativo, al fine di arrivare ad una soluzione concertata – se non fra tutte – almeno  tra la maggioranza delle parti politiche interessate. Sul tema dell’emergenza Nord Africa, la relazione di Hein del CIR ha evidenziato un comportamento delle autorità certo non garantista nei confronti degli africani arrivati (almeno non di tutti). “Se da una parte, infatti, si è rinnovato il permesso umanitario di sei mesi per i tunisini arrivati entro il 5 aprile scorso – ha detto l’oratore- con gli altri l’atteggiamento è stato molto duro, al limite della violazione delle norme comunitarie ed internazionali”. “Non ci risulta, ha detto Hein, che i potenziali richiedenti asilo siano stati materialmente messi in condizione di farlo; né che sia stata rispettata la direttiva UE 115 sui rimpatri, che vieta le espulsioni collettive e prevede la possibilità del rimpatrio volontario assistito. Invece la gente viene espulsa, sulla base di un accordo con la Tunisia, in violazione della normativa vigente (tra cui la Convenzione OIL 143, ratificata dall’Italia)”. La Uil ha proposto a Cgil e Cisl un’iniziativa comune da realizzarsi a Palermo, all’insegna del rispetto dei diritti fondamentali della persona e chiederà al Governo di rispettare, comunque, le leggi vigenti per tutti gli immigrati arrivati via mare, senza riservare trattamenti serie A e di serie B che non hanno ragione di essere. Un altro aspetto emerso nel dibattito (ad esempio da parte di Torino e di Palermo) è la necessità di rafforzare le attività di sportello della UIL immigrazione, le quali debbono essere un complemento (e non sostituite) dalle preziose funzioni svolte dall’Ital. Ci sono aspetti non trattati dal Patronato (ad esempio, le espulsioni, le discriminazioni, le adozioni di coppie miste, la condizione dei minori, i richiedenti asilo, i rapporti con le comunità etniche, ecc.) sulle quali la UIL deve comunque essere in grado di dare risposte puntuali e sulle quali il Patronato non sempre è in grado di arrivare. Da qui la necessità, secondo alcuni componenti del gruppo ristretto,  di rafforzare dove possibile gli sportelli territoriali UIL, promuovere associazioni come UNITI o la UIS più adatti ai rapporti con le comunità straniere , e dotarsi anche di una struttura legale capace di promuovere azioni pilota su casi molto emblematici. Dopo aver rilevato che grazie all’ITAL, la UIL ha potuto dare una risposta omogenea in tutta Italia alle esigenze dei lavoratori e cittadini stranieri, si è deciso che comunque il tema necessita di approfondimento, anche in sede di Coordinamento Nazionale Immigrazione. Sul punto di un maggior apporto legale , Guglielmo Loy ha informato i presenti che è in corso una riflessione da parte della Uil su questo importante aspetto e che contatti già esistono con studi legali disponibili a collaborare su questa materia. Anche il gruppo di giuristi utilizzati da Ital faranno parte del progetto di  costituzione di un Centro Giuridico Nazionale UIL sull’immigrazione. Importante, intanto, sarebbe un’anagrafe della situazione anche a livello territoriale, sia sui bisogni di tutela legale, sia sulla già esistente disponibilità di avvocati impegnati territorialmente sulla tutela dei migranti. Anche sulla necessità di una maggiore collaborazione con le categorie, si farà una riflessione a livello centrale sui modi e sulle forme di partecipazione e collaborazione di tutte le strutture al lavoro del Coordinamento Nazionale Immigrati. Molte categorie già partecipano attivamente, si tratta di allargare l’area di coinvolgimento, a partire dai settori dove la presenza etnica è maggiore e prevista in crescita. Lo strumento del blog, da utilizzare anche per l’area immigrazione, è stato valutato positivamente e discusso con un esperto dell’Ufficio Comunicazione della UIL. Bisognerà definirne le caratteristiche ed il modus operandi, anche per produrre uno strumento efficace che vada a complementare e non a doppiare le funzioni già svolte dal sito www.uil.it/immigrazione e dalla newsletter Focus Immigrazione. Per tutti gli altri aspetti si è deciso di rinviare dibattito e decisioni ad una apposita riunione del Coordinamento Nazionale UIL Immigrazione, da convocarsi al più presto.

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